HAITI AP ALE, HAITI CHE VA


HAITI AP ALE
, HAITI CHE VA…

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Uno dei rari giorni di pioggia che conciliano lo studio del Creolo

Don Claudio e il sottoscritto siamo alle prese con l’apprendimento appassionato del Kreyol e siamo quelli che ad ogni occasione domandano: “Come si dice questo? Come mai c’è questa espressione? …”. I nostri confratelli don Giuseppe e don Mauro, con grande pazienza rispondono, correggono pronunce e strafalcioni, ci spiegano, ci incoraggiano…

Io penso che sia una buona chance essere insieme in questo momento e poter condividere la vita qui a Mar Rouge. Siamo davvero una piccola comunità presbiterale e giorno per giorno aumenta la confidenza e la testimonianza reciproca. Ogni sera, verso le 19.30 ci troviamo a pregare con il vespero e poi con il rosario, naturalmente in Kreyol.

Io e don Claudio partecipiamo alle varie celebrazioni, cerchiamo di essere presenti perché tutto, per ora, è in vista di capire la lingua e conoscere la situazione

 Haiti ap ale, cioè Haiti che va, che funziona, non solo quella che ha tanti problemi e povertà. Così mi pare di scoprire sempre più e amo  scoprire. Ad esempio vi parlo qui di altri due bei segni di un Haiti ki ap leve, che si sveglia, che si rialza….

La comunità di Dame.

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Don Mauro sempre in azione

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E’ una delle frazioni della parrocchia di Mar Rouge, dove è stata costruita una chiesa davvero bella. Domenica ho potuto vederla in occasione della Messa delle ore 10.00 celebrata da don Mauro.

Ci siamo andati in Jeep per mancanza di tempo e per portare un quadro dedicato alla Madonna da appendere a lato dell’altare, altrimenti ci si arriva con tre quarti d’ora e più di buon cammino. Don Giuseppe e don Claudio sono andati a piedi (2 ore e 30 c.a) all’altra  frazione di Lavatie.

 

Don Mauro mi ha fatto notare come la particolarità di questa comunità è di avere tanti bambini e tanti giovani. Infatti, l’assemblea era gremita di persone
in giovane età, comprese mamme con bambini in braccio. Insomma, una comunità che guarda al futuro (nan tan ap vini). Il nostro instancabile don Mauro, dopo aver già celebrato la Messa delle 7.00, durata come al solito più di due ore, ha celebrato questa a Dame durata altre due, e poi ha parlato con forza al gruppo giovanile radunato in chiesa.

Ho proprio notato la vitalità di questi giovani, la loro voglia di impegnarsi, di essere protagonisti del loro futuro anche ecclesiale.

 

 

 

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La casa presa in affitto per il progetto: la parte davanti è utilizzata per gli incontri, le viste e le terapie. Sul retro i laboratori

Il progetto GASMY

 

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Madda insieme a Ugo, un grande collaboratore dei padri camilliani a Port au Prince

Gasmy è il nome di uno dei primi bambini “sous renmen” (sorgenti d’amore, vi ricordate?) di cui la parrocchia guidata da don Giuseppe Noli e don Mauro e grazie all’opera di Madda (Maddalena, laica che opera da tanti anni nella zona per favorire la cura dei bambini con difficoltà) si è presa cura. Dalla “provocazione” di questo bambino, morto purtroppo tempo fa, è sorto il progetto GASMY, che intende accogliere questo tipo di bambini per aiutarli ad essere considerati un valore e non un problema, un dono e non una disgrazia.
Ad esempio, si è affittata una casa dove far apprendere ai bambini una attività di laboratorio, di atelier, come la manifattura di ceste, borse, recipienti fatte con le foglie di palma.

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Sono brava, eh?

Questi prodotti vengono poi venduti e il ricavato sostiene le attività a favore dei bambini stessi. I bambini sono orgogliosi di ciò che fanno e le famiglie scoprono che questi figli hanno tanto da donare. In questa casa ci sono spazi dedicati alla fisioterapia e alla rieducazione delle facoltà dei bambini più gravi.

Dietro a tutto questo c’è l’opera di Madda che si prodiga su tutti i fronti possibili per diffondere una cultura di attenzione privilegiata ai bambini sous renmen.

Di lei parleremo ancora, ve l’assicuro.  

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Troppo seriosi, dai, su un pò di vita.. Subito accontentato, eh..eh..

 

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Ma poi si torna a fare del proprio meglio. Bravissimi! Qui vedete il loro pazientissimo ed esperto insegnante.

1 pensiero su “HAITI AP ALE, HAITI CHE VA

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