PEZZI DI CARBONE
Pezzi di carbone, neri come la gente di qui, ma capaci di diventare luce e calore, se disposti ad entrare nel fuoco della volontà di Dio, o meglio, del suo amore trasfigurante.
Ho trovato questo spunto nell’utilizzare un raccontino di Bruno Ferrero che parla proprio di un pezzo di carbone. Ho scelto questa storiellina, durante la predica di domenica, ben sapendo che è un riferimento molto famigliare per la gente di qui che utilizza ogni giorno il carbone per cuocere il cibo.
Un pezzo di carbone si sentiva sporco, brutto e inutile. Decise di diventare bianco e levigato. Provò diversi prodotti chimici e varie operazioni chirurgiche. Niente da fare. “C’è soltanto il fuoco”, gli dissero.
Il pezzo di carbone si buttò nel fuoco. Divenne una creatura luminosa, splendente, calda, irradiante, magnifica. “Ti stai consumando”, gli dissero.
“Ma dono luce e calore”, rispose il pezzo di carbone, finalmente felice.
Lasciati prendere dal sole e dal fuoco dello Spirito. Splenderai come un astro del cielo sulle rotte dell’infinito.
E’ stato facile dire agli haitiani che essere neri come il carbone è qualcosa di cui essere fieri e che non devono cercare di scimmiottare i bianchi e cercare di essere come loro. Il Signore vi ha voluti “neri non per caso”, cercate di capire meglio il perché, cercate la risposta in fondo al vostro cuore, tra le righe della vostra storia e alla luce del fuoco dello Spirito.
Prepararsi al Natale è diventare disponibili ad accogliere Colui che è venuto a renderci incandescenti con il suo amore, a prendere la nostra vita e a fonderla alla sua, per il bene di ogni uomo.
PEZZI DI CARBONE disposti ad entrare nel fuoco della volontà di Dio, come lo è stato il nostro caro don Peppino Poratelli, che il Signore ha chiamato a sé nella notte tra sabato 5 e domenica 6 Dicembre.
Don Peppo è stato un mito per noi ragazzi di Arcisate, era il nostro don dell’oratorio che amava stare con noi a giocare e a stupirci con le sue fortissime doti atletiche. Chi non si ricorda come fischiavano sulle nostre teste le palle di neve che lanciava o come era capace di scagliarle in alto fino far suonare le campane del nostro campanile? Ero in prima media quando è passato di classe in classe a salutarci perché partiva come prete Fidei Donum per lo Zambia. Ricordo anche quando è ritornato dopo qualche anno di missione e ha insegnato il canto “Gobola tungile…” che ancora oggi ricordo. Nel fine febbraio del 2013, prima di partire anch’io per la missione come Fidei Donum ad Haiti sono stato a trovarlo nella casa di riposo di Varese. Gli ho chiesto di confessarmi e di darmi la sua benedizione, quasi un passaggio di testimone. Era stato molto contento della mia disponibilità. Mi ha consigliato di pregare sempre per la mia gente e di stare in mezzo a loro con amore e rispetto. Grazie don Peppo, eccomi qua, mi hai passato il testimone e adesso tocca a me correre per il Vangelo anche se faticherò a tenere il tuo passo.
PEZZO DI CARBONE SONO IO in questo momento qui ad Haiti. Mi lascio prendere e gettare nel fuoco di una nuova missione. Dopo circa 20 mesi di permanenza a Mare Rouge insieme a don Giuseppe Noli prima e poi con don Mauro Brescianini e don Claudio Mainini, ho avuto modo di apprendere la lingua quanto basta per cominciare a capire e farmi capire. Ho potuto cominciare a conoscere la vita delle persone, le loro esigenze, le loro ricchezze e potenzialità e naturalmente alcuni inevitabili difetti. Il vescovo, mons. Pier Antoine Paulo, alla presenza di don Antonio Novazzi, venuto a visitarci a metà novembre, ha chiesto la disponibilità per fondare una nuova parrocchia in una zona molto vasta e povera, dove non si riesce più a garantire una significativa presenza pastorale con le forze esistenti. Si tratta della comunità di Ka Filip, nel territorio di Jean Rabel. Nella zona ci sono 5 cappelle (di cui tre hanno anche una scuola ) e altri cinque Pos ( luoghi di incontro e di preghiera più semplici, spesso sotto una tettoia di paglia). Da lunedì 7 Dicembre sono ospite a Jean Rabel, dai padri Monfortani, per tutto il tempo necessario sia per preparare al meglio il minimo di struttura per poter restare ad abitare a Ka Filip, sia per farmi introdurre alla situazione da padre Zaccaria, attuale parroco di tutto il territorio di cui fa parte anche la zona di Ka Filip. Una volta “istallato” sarò da solo, ma attorno a me ci sarà una bella comunità desiderosa di diventare finalmente una parrocchia vera e propria. Giovedì 3 Dicembre abbiamo avuto un incontro con tutti i responsabili laici del territorio insieme al Vescovo. La gente si è mostrata davvero contenta e desiderosa di collaborare.
Per ora non possiedo una macchina (né i fondi per acquistarla) e mi sono procurato una moto per potermi spostare con più autonomia. Devo cominciare a provvedere alle cose più concrete per vivere. Sul posto non c’è né corrente elettrica, né acqua potabile, anche se il tetto della chiesa alimenta una grossa cisterna d’acqua piovana sistemata sotto l’altare. La struttura esistente è molto essenziale. Da più di 15 anni non c’è stato più un padre residente. L’ultimo è stato un padre morfortano, padre Ferdinando, di origini tedesche che ha messo in piedi tutto quello che ho trovato. Dopo un po’ di anni alcune strutture sono crollate o sono diventate precarie. C’è però un bel dispensario parrocchiale con una infermiera che viene ogni giorno per le visite mediche e per la distribuzione dei medicinali.
Ho notato lo sforzo della gente a rendere più presentabile possibile lo spazio adibito a casa parrocchiale provvisoria con la pulizia degli ambienti e un recentissimo colpo di tinteggiatura. Ho deciso comunque di andare ad abitare li per qualche giorno durante la settimana e soprattutto nei week end per la celebrazione della Messa, sia a Ka Filip che in qualche altra cappella. Così ho l’occasione di seguire i lavori iniziati sistemare il sistemabile coinvolgendo la gente e coinvolgendo muratori e falegnami tra quelli che abitano in zona, secondo le indicazione del comitato responsabile.
Da venerdì 11 comincerò a celebrare la Messa sul posto e domenica 13 avrò la prima celebrazione con tutta la gente. Poi però terrò ancora come riferimento la parrocchia di Jean Rabel per valutare insieme a Padre Zaccaria le osservazioni e avere, man mano, i chiarimenti necessari. Fra l’altro è davvero interessante condividere con il clero locale il loro modo di vivere la pastorale. Ho tanto da capire e assimilare. Desidero al più presto girare molto per conoscere le comunità, le famiglie e incontrare i vari responsabili. Il decreto ufficiale per la formazione della nuova parrocchia dovrebbe essere emanato il 18 di questo mese, mentre il mio ingresso (enstalasyon) ufficiale sarà a Gennaio.
Sono molto contento e mi auguro che il fuoco della missione sappia trasformarmi in luce e calore per il bene della mia nuova comunità.
Vi lascio qualche foto scattate in questi primi giorni di visita e anche un bel video con i bambini della scuola che ci hanno accolto con un bel canto.
PEZZI DI CARBONE siete voi amici della neonata Associazione Levhaiti di Arcisate. Eccovi coinvolti nella nuova avventura, anche voi nello stes-so fuoco. Credo proprio che il vostro impegno di solidarietà saprà accendere molti cuori e diffondere la luce del vangelo in tutta Arcisate e i dintorni. Il braciere Santa Croce di Ka Filip ad Haiti è quasi pronto!
PEZZI DI CARBONE sono “le formiche” di Melzo. Adesso più che mai la vostra amicizia la sento vicina e preziosa. Ho appena visto su facebook che il gruppo è tornato dalla Bolivia e solo a vedere le foto mi riempio di emozione e di gratitudine per la vostra testimonianza.
Voi siete carboni già accesi da tanto tempo, ma la cosa più bella è vedere l’ingresso di tanti giovani e giovanissimi nel nostro gruppo. Come va con il campo da coltivare?
Allenatevi perché quando verrete a trovarmi vi chiederò come minimo di aiutarmi a piantare un bel orto (con tanta rucola che a me piace) visto che di terreno ne ho davvero tanto e con tante piante di noci di cocco per dissetarvi.
Non ho tempo per parlare di tutti gli altri pezzi di carbone di Arcisate, Desio, Melzo, Zibido San Giacomo e Abbiate Guazzone, … ma prometto di coinvolgervi nel prossimo numero con gli auguri di Natale.
Un “caldo ” abbraccio carbonizzante a tutti!
Pè Levi