Archivio mensile:Marzo 2014

Mwen gen GRANGOU, grangou ampil…

GRANGOU, grangou ampil

Quale fame?

IMG_0899Non è raro essere avvicinati da bambini, da giovani e da adulti che ti dicono di avere fame, di non aver mangiato nulla, dicono: “Mwen gen grangou, grangou ampil”. Diversi indicano lo stomaco, c’è chi ti invita a sentire, a mettere la mano proprio lì come per far sentire il vuoto che hanno nella pancia. Potete immaginare come ci si senta, come si vorrebbe fare subito qualcosa, dare un aiuto immediato. Don Giuseppe e don Mauro ci hanno consigliato di non lasciarsi prendere dalle facili emozioni perché non è dando subito qualcosa che si risolve la questione, si entrerebbe in un infinito dare senza mai risolvere il problema. Bisogna deglutire il nodo alla gola e rispondere di venire in parrocchia, di rivolgersi alla nostra Caritas parrocchiale. I responsabili e i volontari della Caritas sono persone del posto, conoscono le famiglie, sanno muoversi tra le situazioni e discernere i veri bisogni dalle pretese o dagli opportunismi. L’impegno per chi è più povero tra i poveri è davvero grande. Comunque si troverà sempre chi chiede qualcosa, non fosse altro che quando qui vedono un bianco, pensano al ricco che ha tanto e può fare tutto. Pensano che con un po’ di insistenza e con l’atteggiamento afflitto si può sempre ricavare qualcosa di buono prima o poi.

Così ho scoperto a quale altra fame stiamo cercando di dare risposta.

Si tratta di offrire un aiuto che promuova le persone e le famiglie per un futuro sostenibile, per rispondere alla fame di un lavoro, di un benessere minimo, ma almeno più stabile e dignitoso.

 

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Ad esempio due iniziative che vi segnalo e che mi hanno davvero stupito.

 

Il SOKAM,  il MICROCREDTO per coloro che hanno una piccola attività di commercio e qui sono davvero tanti che sopravvivono grazie all’attività del mercato ambulante. Spesso si tratta di poco più che un tappeto, un tavolino da esporre lungo la strada o delle ceste di frutta, delle corde tirate con appesi i vestiti, delle scarpe, ecc… La parrocchia sta sostenendo un centinaio di piccole attività del genere prestando una somma di denaro da investire e poi restituire nel tempo. Questi soldi permettono a loro di migliorare il tipo e la quantità di merce a disposizione, di ricavare di più. Il tutto sta davvero funzionando e non ci sono grossi problemi a restituire a tempo dovuto quanto prestato.

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Il prestito viene  poi rinnovato e anche aumentato, almeno per cinque anni.

Ci sono dei volontari in parrocchia che seguono tutto questo.

 

 

Il SOKAM giovani è ancora più interessante. Si tratta di favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Normalmente un giovane che vuole imparare un mestiere deve andare da un artigiano o un capo impresa, un “boss” come lo chiamano qui e pagare per imparare.

Questo esclude chi è povero, chi non ha i soldi e non li avrà mai per imparare un lavoro.

La parrocchia, grazie ad un comitato apposito, ha svolto una azione davvero stupenda.

IMG_0348Ha fatto da tramite e da garanzia con i vari “boss” e ha chiesto loro di ricevere gratuitamente il giovane che vuole imparare. Al giovane non deve dare nessuno soldo, ma nemmeno pretenderne. Come contraccambio ha forza lavoro gratuita e fa un gesto di solidarietà cristiana per il futuro di questi giovani. Il comitato parrocchiale segue i giovani, controlla il loro comportamento, offre momenti di formazione professionale. La parrocchia inoltre, paga al giovane una specie di stipendio (secondo gli standard haitiani, circa 125 gourde al giorno= 2, 50 €) di cui una parte è messa in Banca a nome del lavoratore, una parte viene reinvestita per questa attività, e il resto è dato direttamente al giovane per le necessità della famiglia. Don Giuseppe e don Mauro mi hanno parlato di ben 43 giovani già collocati in questo modo. In più, altrettanti circa sono gli studenti che entrano in questo sistema durante i mesi di vacanza estiva.

IMG_0882Naturalmente questo è possibile anche per gli aiuti che riceviamo dall’Italia. La nostra Caritas ambrosiana è già intervenuta a sostenere questa iniziativa e sta mantenendo il suo prezioso appoggio ancora oggi.

Questa è davvero carità intelligente, capace di donare un futuro che possa rendere meno assillante il lacerante appello:”Grangou, ampil grangou”.

 

 

Allego qualche altra immagine che parla della vita di qui.

I due “super studenti” di Kreyol, don Claudio e don Levi con la loro  pazientissima insegnante Wroslen

Un’altra via Crucis con la nostra gente…

Un gruppo di bambine che preparano la danza che faranno durante la Messa di Pasqua

I PROBLEMI SI AFFRONTANO INSIEME

I PROBLEMI SI AFFRONTANO INSIEME

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Con i responsabili della scuola. Foto dicembre 2013

Don Noli, don Giuseppe e don Claudio sono andati alla nostra scuola parrocchiale, San Giovanni Bosco, per un colloquio con i professori. Si tratta di verificare come sta andando l’insegnamento e il rendimento dei nostri numerosi alunni. C’è qualche segnale di insufficienza, sembra che nelle ultime due valutazioni (tre all’anno) su schede proposte dal ministero dell’istruzione haitiano, molti dei nostri alunni hanno mostrato parecchie difficoltà  e non hanno raggiunto il livello sperato. Noi sappiamo della loro povertà, dello stato delle loro case, della quasi impossibilità a trovare spazi “riservati” per lo studio là dove si arriva a vivere una decina o più di persone, tra adulti e bambini,

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Una bella classe dei nostri alunni

in due localini che servono a tutto.
Però è giusto cercare il meglio, il modo per far rendere meglio la scuola e chiedere agli insegnanti tutta la loro disponibilità a mettersi in gioco, come educatori e come cristiani.

Così oggi cominciano le consultazioni e i confronti con gli insegnanti, uno ad uno. Anche questa è sicuramente missione ed è segno dell’amore verso i nostri ragazzi.

Io sono rimasto a casa alle prese con il Kreyol. Sto cercando di raggiungere in fretta la capacità di comunicare. Fare le foto non mi basta più, desidero proprio l’incontro con le persone, andare oltre questi volti sempre più famigliari, ascoltare i loro racconti di vita.

E’ arrivato un giovane a portare dei fogli. Mi ha spiegato (e io ho capito il necessario) che si trattava della relazione dell’incontro di domenica 16, quello sulla questione della sicurezza e della giustizia nella nostra zona. Ho dato una sbirciata alla relazione scritta in Kreyol. Mi sono detto: “Però! Riesco a capire quasi tutto, che bravo!”. Devo dire però che sapevo in anticipo di che cosa si era discusso. Don Noli e don Mauro ne avevano parlato più volte.

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Aeroporto di Port del Paix

Cosa è successo? Il fatto riguarda una partita di droga arrivata in aereo nel piccolo aeroporto di Port de Paix, dal valore di ben 30 milioni di dollari. La macchina che doveva portare i malviventi per lo scambio denaro-droga ha avuto un guasto e i malcapitati  hanno dovuto lasciare lì la macchina. Sembra che droga e soldi siano spariti e i delinquenti siano rimasti a mani vuote. Si è scatenata una doppia caccia, quella delle forze dell’ordine a cercare colpevoli, droga e soldi. Quella più pericolosa dei malviventi che hanno pensato di cercare tra le case degli abitanti sparsi nella zona, fino al nostro territorio, pensando che qualcuno ne abbia approfittato. Questo ha generato il terrore perché un gruppo di incappucciati si è aggirato di notte, irrompendo nelle case, maltrattando la gente, per interrogare, per estorcere informazioni. IMG_0823Erano armati e non hanno avuto remore a puntare la canna della pistola nell’orecchio di un bambino di 6 anni perché il padre parlasse. Cose del genere sono successe a più famiglie, tanta violenza, ma per fortuna senza vittime. Così diverse famiglie si sono spostate da parenti e amici lontani da qui.

Don Noli e don Mauro hanno organizzato un incontro con la gente e hanno invitato le autorità locali, i responsabili delle forze dell’ordine, i giudici, ecc.

C’era molta gente e il risultato, che la relazione racconta, parla di affrontare la situazione formando delle squadre di uomini volontari per la vigilanza e il controllo. Inoltre è stato chiaro l’impegno a collaborare con forze dell’ordine e di fornire tutte le informazioni utili. Si è deciso di portare la questione anche a livello del governo.

Tra tutti c’è stata anche una voce, tra coloro che avevano subito l’irruzione in casa dei malviventi, che ha detto:” bisogna pregare e pregare per coloro che ci hanno fatto del male”

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Riunione con responsabili della nostra biblioteca

Speriamo che le famiglie non abbiano a soffrire ancora e che tutti possano presto tornare alle loro case.

Resto ammirato di come don Noli e don Mauro abbiano saputo farsi carico di questa situazione e promuoverla verso una risposta che coinvolga tutti, dalle autorità alle famiglie stesse. Del resto, per chi conosce i nostri due missionari, questa non è una novità.