Archivio mensile:Ottobre 2017

SITELMAN

SITÈLMAN… COSI’ TANTO…COSÌ ELASTICO!

Abbiamo da poco celebrato la nostra Festa Patronale nella ricorrenza della Festa dell’esaltazione della Croce, giovedì 14 settembre. Grandissima partecipazione, veramente oltre ogni previsione. Tutto è stato più grande, più debordante, più forte di come si pensava. Sopra l’altare campeggiava la frase biblica che ha ispirato i giorni di preghiera e di celebrazione: “Bondye te sitèlman renmen te a …” (Dio ha tanto amato il mondo…), presa dal testo del Vangelo della festa, Gv3,16. Ho riflettuto su quel termine “sitèlman”, (“così tanto”) e spontaneamente ho pensato alle magnifiche corde elastiche inviate come dono dall’Italia e ho potuto illustrare alla gente come l’amore di Dio fosse così elastico, così capace di tendersi per riuscire a raggiungere anche i più lontani per tenerli stretti a sé, per salvarli dalle cadute e dalla dispersione del male.

SILTÈLMAN, in missione occorre tanta elasticità mentale e non solo. Nei giorni precedenti la festa c’è stato il solito trambustio di lavori, di preparazioni varie, prove di canto, acquisti ai mercati, imbiancature, decorazioni… Io, da buon ambrosiano fremevo per l’apparente mancanza di tempistica o di organizzazione pratica… almeno secondo la mia logica…. Ma loro hanno comunque fatto tutto e anche bene, secondo il loro ritmo e la loro modalità haitiana, nonostante le mie ansie e le mie pretese lombardo-venete. Un’altra delle cose che faccio fatica ad accettare è il loro non avvisare per tempo, il non dire se verranno e quanti verranno… Così la sera prima della festa, aspettavamo una trentina di pellegrini per dare loro posto per dormire e qualcosa da mangiare, sono arrivati in più ben un centinaio di ragazzi e giovani provenienti dai diversi gruppi Kiwo del territorio. Bella cosa, ma i loro responsabili non avevano detto niente…. Così ho avuto un momento di lampante nervosismo, ma quando l’ho detto ai miei responsabili e collaboratori pensando di vederli in difficoltà questi invece mi hanno dato lezione di una grande elasticità organizzativa nell’assorbire il colpo e nel provvedere a dare posto e mangiare per tutti, aggiungendo dei tappeti da mettere a terra (facendoseli prestare dalle case vicine), restringendo gli spazi, buttando in pentola dell’altro riso, sorridendo ai nuovi arrivati come se niente fosse. Questo, se volete, è anche una caratteristica della società haitiana, almeno qui da noi, tra gente contadina e semplice. C’è posto per tutti, se si vuole. Le famiglie sembrano a noi nel disordine morale perché spesso non c’è un matrimonio che unisce la coppia secondo le regole e ci sono i figli dell’uno e dell’altro, avuti da altre relazioni e poi si aggiungono cugini e nipoti che hanno perso il papà o la mamma o non hanno altro posto per abitare. Sarà un disordine, ma alla fine c’è una elasticità nel gestire le situazioni che permette di dare accoglienza a tutti. A volte il rigore morale o sociale crea barriere, restrizioni, rifiuti e genera emarginazione e solitudine. In genere non è così qui da noi, disordine certo, ma anche una grande capacità di accoglienza.

SITELMAN i giovani hanno collaborato alla preparazione della festa tanto da stupire tutti. Non era mai stato così, di solito era il comitato formato da adulti che provvedeva ai lavori e a tutta l’organizzazione. Mi dispiaceva di non vedere i giovani impegnarsi e dare una mano, senza interesse per la buona riuscita della festa. Sembrava davvero che gli adulti avessero il monopolio e non facessero conto su di loro. In occasione di questa festa la cosa si è invece ribaltata ed è stata la presenza giovanile quella che ha fatto di più. Credo sia stato anche merito dell’investimento fatto questa estate con la scuola professionale organizzata per cinque settimane con corsi di informatica, inglese, cucito, musica e cucina. Hanno partecipato in media una ottantina di giovani, soprattutto per informatica e inglese. Così c’è stato un bel contatto con tanti di loro ed è stato un bel guadagno per la nostra pastorale giovanile e per il senso di appartenenza alla comunità cristiana.

Per finire in bellezza  abbiamo organizzato per tutti i giovani dei corsi , per i chierichetti e alcuni collaboratori una bella gita al mare. Per diversi di loro era la prima volta che vedevano il mare da così vicino e addirittura potersi guazzarci dentro.

SILTELMAN abbiamo celebrato le nostre feste patronali, perché avendo ben 17 comunità nel vasto territorio parrocchiale, ben 14 hanno fissato le date della loro festa annuale proprio in questo stesso periodo dell’estate favorito dalla scarsità di precipitazioni, dalla pausa stagionale del lavoro dei campi (non è tempo né si semina, né di raccolto) e dalle vacanze scolastiche con molti giovani che tornano a casa e ripopolano le comunità. Feste patronali che richiedono continui spostamenti, visite ai malati, tridui di preghiera e celebrazioni dei sacramenti. Da giugno a settembre ho potuto amministrare più di 350 battesimi e almeno 200 prime comunioni. Un periodo davvero intenso e molto appagante sotto il profilo pastorale e che ha davvero chiesto tantissime energie. Forse anche per questo che ho tardato tantissimo nel offrire il contributo sul blog.

SILTELMAN sono stati contenti i nostri bambini e i nostri ragazzi nel vivere una bellissima giornata con i volontari del servizio civile operanti con la nostra Caritas Ambrosiana ad Haiti di cui sinceramente faccio fatica a ricordare i nomi, ma non certo la loro bella testimonianza di affetto e spirito di servizio per i nostri piccoli. Hanno proposto con successo giochi, animazioni e attività tipiche del nostro più classico repertorio dell’oratorio estivo. Hanno potuto notare come i bambini di Ka-Philippe sono facilissimi da gestire, coinvolgere ed entusiasmare, molto di più rispetto ai bambini della capitale. Accompagnava il gruppo la nostra operatrice Caritas presente a Port de Paix, Chiara Aspesi

SITELMAN  l’amicizia non ha limiti e confini che spesso abbiamo gruppi di volontari, giovani e adulti, e di persone che amano vivere la solidarietà con i più poveri che scelgono di vivere le loro vacanze nel venire a trovarci e stare qualche giorno con noi. Si tratta di una scelta coraggiosa e non certo comoda, spesso chiede di correre dei rischi per la salute e l’incolumità, e di affrontare l’avventura di un paese senza strutture, strade e altre belle garanzie da villaggi turistici. Ad Agosto sono passati da noi il gruppo di amici della parrocchia milanese di Opera, guidati dal parroco don Olinto, mio grandissimo amico, compagno di ordinazione, anche lui con alle spalle una forte esperienza Fidei Donum in Zambia. Con loro, come guida haitiana, c’era padre Paul, un sacerdote originario della stessa diocesi di Port de Paix e che è ora ospite da don Olinto per seguire gli studi di Teologia Pastorale nella nostra facoltà di Milano e per poi tornare ad Haiti per compiti formativi e aiutare il presbiterio locale a crescere in esperienza e qualità pastorale.

Avevo avuto modo di conoscere il gruppo in Italia, nell’ultima mia permanenza a maggio 2017 ed ero stato invitato da don Olinto per offrire la mia testimonianza sulla missione ad Haiti. Il gruppo ha potuto visitare in lungo e in largo la parte haitiana dell’isola, con tanti spostamenti in Jeep e visitando parecchi luoghi e comunità. A Ka-Philippe sono venuti sabato 19 Agosto, il poco tempo a disposizione non gli ha permesso di vedere molto, ma quanto basta per rendersi conto della situazione ed essere colpiti al cuore.
Questa visita permetterà così anche di tenere viva una collaborazione con la parrocchia e magari realizzare qualche progetto di cui si è parlato insieme a tavola e non solo. Uno dei progetti è quello di sostenere l’azione a favore della salute, con l’acquisto della moto per le visite a domicilio e di medicine.

SITELMAN il Gruppo Missionario le Formiche di Melzo è carico di passione per lavorare con i poveri e per tenere aperti i confini del cuore che i giovani e i  giovanissimi ne sono attratti e coinvolti. Penso al grande lavoro di volontariato che si prodiga in tanti settori per raccogliere i fondi necessari  ai progetti. Il campo dei sogni continua a far sognare e a quanto pare dalle foto che vedo su Facebook produce frutti buonissimi e genuini.  Rilancio il sogno di venire ad Haiti ad aprire un altro campo dei sogni, insegnando alla gente di qui coltivazioni nuove e più capaci di dare sicurezza alimentare. Il terreno non manca e la nostra parrocchia ne è veramente ricca .

I frutti più buoni poi, non sono solo quelli da mettere in tavola, ma ci sono anche frutti come il giovane Saverio che riparte per la Bolivia e questa volta per 6 mesi. Gli auguro tutto il bene possibile e di tornare a Melzo con tanta carica missionaria da contagiare tanti altri giovani a credere nel dono della vita e nella solidarietà.

Vi seguo da oltre oceano, ma il mio cuore è sempre lì con voi, in modo speciale per questa prossima Giornata Missionaria.

 

 

 

 

 

 

 

SITELMAN il gruppo degli alpini di Arcisate vogliono bene alla nostra missione di Haiti che hanno scelto di adottarci con le loro iniziative di solidarietà. Addirittura il gruppo corale alpino delle Orobie, che mi ha regalato il calice da Messa di don Bruno e che sto usando ogni giorno da quando sono tornato dall’Italia, ha in programma di dedicare ad Haiti il ricavato delle manifestazioni canore programmate per l’anno e non solo. La sezione di Varese, inoltre mi ha già inviato da tempo il prima tranche di 10.000 euro che mi aveva promesso e intende inviare ancora una cifra simile prossimamente. Grazie a questi contributi potrò realizzare il sogno d dare l’acqua potabile alla popolazione di Ka-Philippe in collaborazione con Filomondo  (grazie sempre al contatto diretto e appassionato con l’ingegniere Bertani Giuseppe di Abbiate Guazzone) che ci invierà la gran parte del materiale necessario. Ormai c’è una bandierina tricolore degli alpini italiani ben piantata nel nord ovest di Haiti, in prima linea per combattere la povertà e garantire un futuro migliore a tutti.

SITELMAN la luce è vita. In Italia, salvo qualche momentaneo black out non abbiamo l’idea di cosa significhi vivere senza energia elettrica, senza luce nelle case e nelle strade. Il fatto di mettere un pannello solare con batterie e inverter che permetta di ricaricare il telefono o la lampada a led per la notte cambia la qualità della vita delle persone. E’ proprio il caso di dire che dove c’è luce c’è la vita. Il telefono da ricaricare non è solo un problema di fare delle chiamata e di conversare con amici e parenti, è anche il solo mezzo per ricevere notizie dal mondo, sentire la radio, vedere delle immagini e dei video. Qui non esiste la televisione, se non a prezzi proibitivi (nemmeno io l’ho ancora istallata) per via della parabola, del sistema di abbonamento e dell’energia. Il contatto con il mondo, anche per vedere l’ora del giorno, resta il telefono cellullare. Inoltre, grazie all’energia di questi pannelli la gente può ricaricare le lampade a led per avere la luce a partire dal tramonto e al mattino presto quando tutti si alzano che è ancora buio. La qualità della vita è certamente cambiata. I giovani così possono anche avere più tempo per leggere e studiare per la scuola. La giornata diventa più lunga e le relazioni famigliari e sociali più facili.

In parrocchia ho da tempo istallato un sistema di 5 grandi pannelli solari che danno energia per il funzionamento della casa e della chiesa. In una sala ricostruita abbiamo messo a disposizione molte prese per permettere la ricarica gratuita alle persone della comunità.

Inoltre, a questo proposito, devo dire un immenso grazie per il contributo degli amici dell’Urbs Franciscana, una Onlus persegue finalità di solidarietà sociale. Ha come scopo fondamentale la costituzione di un movimento globale apolitico e apartitico basato su principi di solidarietà, giustizia, equità e partecipazione, orientato al raggiungimento di due obiettivi di lungo periodo: riduzione dell’impatto dei cambiamenti climatici e lotta contro la povertà nel rispetto della dignità umana.un gruppo di volontari animati dallo spirito francescano e ispirati dal ministero di Papa Francesco che ho conosciuto grazie ai coniugi Simona Fantini e Marco Pezzaglia (che è consigliere della fondazione) di Melzo che hanno inserito il progetto per la mia missione dentro il quadro delle loro iniziative benefiche (vi consiglio di visitare il loro sito: http://www.urbsfranciscana.org/), soprattutto nel campo delle risorse

energetiche per le popolazioni più povere del mondo. Con il loro contributo abbiamo fatto ben cinque altre istallazioni nelle altre comunità più numerose dopo Ka-Philippe, come Gran Falez, Boukan Patriot, La Bellèe e Moustik che permettono anche a loro di ricaricare i telefoni, dare luce di notte in casi di emergenza colera o ricoveri urgenti nei dispensari, di offrire la ricarica di apparecchi per il suono e la musica utili per la scuola e l’animazione. Per ogni installazione abbiamo messo un pannello da 280 whatt, un inverter, un regolatore, prese, interruttori, circuiti di filo per far arrivare la luce e le prese dove occorrevano. Abbiamo pagato i due tecnici e provveduto al trasporto. Così la somma inviata è stata spesa tutta e bene con la gioia di queste sei comunità beneficiarie.

SITELMAN gli amici di Arcisate avevano raccolto e inviato tanti generi di grande utilità che l’ultima parte del materiale è arrivata con i container del mese di agosto. La raccolta era stata fatta prima di fine Aprile e tutto il materiale portato alla sede di Torino della congregazione dei Camilliani che hanno un continuo invio di materiale per il loro ospedale di Port au Prince e che gentilmente, da anni, collaborano con noi nel riservarci alcuni spazi gratuiti nei loro container. Così tanto ben di Dio da distribuire e da utilizzare che ha riempito ancora due camioncini. Ancora tante biciclette, cibo, materiale per la scuola, vestiti, macine manuali per il mais, giochi, materiale sanitario…

In questi giorni ho già visto le foto dell’enorme lavoro che gli amici dell’associazione Levhaiti di Arcisate, Brenno e dintorni stanno svolgendo per la nuova raccolta di materiale da spedire. Già radunati ben sette bancali di ogni ben di Dio, addirittura ancora 30 biciclette, 12 brandine (utilissime per i bambini e le persone anziane che dormono sul pavimento di terra battuta) e 60 materassini da campeggio… Spero che il tutto trovi spazio al più presto nei container che verranno spediti a fine mese o nel prossimo viaggio prima di Natale.

SITELMAN ci volete bene che le occasioni per aiutarci e i modi per farlo si moltiplicano. In questo momento penso a Peppo che con il Mooving for Africa si sta prodigando per raccogliere i fondi e per sensibilizzare gli amici. L’ultima trovata “pepponiana” è stata quella proposta in occasione della recente festa Patronale dei Ss. Siro e Materno di Desio. Si tratta della “matithaiti”, una matita ecologica, biodegradabile che una volta consumata abbastanza per scrivere e disegnare, può essere infine piantata in un vaso e produrre con i semi contenuti nel suo fondo una bella piantina ornamentale. Lo slogan dice “vuoi aiutare la missione di don Levi ad Haiti? Allora piantala!!!”. Peppo e company hanno proposto questo gesto anche in occasione della rappresentazione teatrale del gruppo che ha devoluto il ricavato utile della serata che animava la festa patronale per la nostra Missione. Approfitto per dire ancora grazie al nostro grande amico e benefattore, il parroco di Desio, mons. Gianni Cesena sempre calorosamente e sinceramente disponibile a favorire le attività di animazione e solidarietà per le missioni.

SITELMAN ci voleva bene il nostro caro Vittorio Ramponi, un affetto alimentato dall’amicizia e dal ricordo degli anni vissuti insieme nell’oratorio maschile Beata Vergine Immacolata di Desio. Lo ricordo come un ragazzino intelligente, sensibile e servizievole, un chierichetto fedelissimo e motivato. I suoi occhi stupendi ed il suo sorriso, sono ancora stampati in mente anche dopo quasi trent’anni dal mio servizio come coadiutore a Desio. Purtroppo la tristissima notizia della sua morte assurda avvenuta il 30 agosto, a soli 39 anni di vita,  mentre viaggiava in moto per tornare a casa. Era su un cavalcavia e dalla strada sopra di lui è caduta la ruota persa da una macchina d’epoca che lo ha colpito in pieno. Una fatalità veramente crudele ci ha così privato di una persona stupenda e lo ha strappato dalla vita della sua cara moglie e delle sue due bambine e del suo carissimo fratello Roberto.  Non ho potuto fare altro che unirmi al dolore della sua famiglia, a quella dell’immensa folla che ha gremito la Basilica di Desio e celebrare per lui una bella Messa a tamburi suonanti perché come mi insegnano i credenti haitiani l’amore di Dio ci assicura che c’è una festa della vita che ci attende ed  bene entrarci con il passo danzante di chi ci crede.

Finalmente dopo quasi tre mesi, tanti tentativi andati a vuoto per mancanza di tempo e di connessione, ecco fatto! Riprendiamo a comunicare e per adesso finisco così anche se avrei una montagna di cose da dire e da presentare. Mi metto subito d’impegno per la prossima puntata…

Un abbraccione a tutti, buona Giornata Missionaria a tutti.

Pè Levi